Vorremmo che fossero sempre felici, vorremmo evitare loro ogni dolore, sbaglio e frustrazione, vorremmo che non ripetessero i nostri stessi errori… Per noi genitori proteggere i nostri bambini è un istinto naturale e legittimo, ma certe volte è il caso di fare un passo indietro. Lo è quando la tutela si trasforma in controllo, quando per non farlo sbagliare gli impediamo di crescere. E dove si colloca questo confine? Perché è importante rendere autonomi i bambini? Ma soprattutto: come farlo?

Autonomia: che cos’è realmente?

Con il termine autonomia s’intende la possibilità di svolgere le proprie funzioni senza interferenze o condizionamenti da parte di altri. La parola deriva dal greco antico: αὐτονομία; αὐτόνομος autonomos parola composta da αὐτο-/auto- e νόμος nomos/”legge”, ovvero “legge propria”. È cioè autonomo chi è in grado di regolarsi con leggi proprie. Vediamo come applicare questo concetto alla vita di un bambino, grazie alle parole scritte da Maria Montessori nel testo “Il metodo della pedagogia scientifica applicato all’educazione infantile nelle Case dei Bambini”:

“Il piccolo rivela se stesso solo quando è lasciato libero di esprimersi, non quando viene coartato da qualche schema educativo o da una disciplina puramente esteriore”.

Solo in questo modo il bambino impara ad autoregolarsi. Infatti, secondo la Montessori, il bambino per sua natura è serio, disciplinato, amante dell’ordine e in grado di autoeducarsi.

“La madre che imbocca il bambino senza compiere lo sforzo per insegnargli a tenere il cucchiaio non lo sta educando, lo tratta come un fantoccio. Insegnare a mangiare, a lavarsi, a vestirsi è un lavoro ben più difficile che imboccarlo, lavarlo e vestirlo.”

L’autonomia del bambino si esplica in tanti e diversi aspetti, a seconda dell’età: dallo svolgimento delle funzioni primarie al gioco, passando per gli spostamenti, lo studio e le relazioni.

Perché è importante l’autonomia nei bambini

Sicurezza. Spesso uno dei motivi che spingono noi genitori a iper-proteggere i nostri bambini è il timore che possano farsi del male, che vadano incontro a pericoli. Il rischio tuttavia è una condizione necessaria per acquisire capacità e competenze. Solo affrontando gli ostacoli e mettendosi alla prova, il bimbo può provare la soddisfazione del superamento delle varie prove. Viceversa, non potendo mai correre rischi per la presenza vigile degli adulti, non può verificare e consolidare le sue abilità e accumula un grande desiderio di rischio inespresso, che può esplodere anche in forme pericolose quando il controllo dell’adulto non sarà più possibile.

Autostima. Un’altra ragione che ci spinge a esercitare un controllo eccessivo sulla vita dei nostri figli è la volontà di evitare loro frustrazioni e delusioni. Ed è vero: lo scontrarsi con l’incapacità di fare qualcosa, magari perché è la prima volta che la si sperimenta o perché non si ha ancora l’età per viverla, genera insoddisfazione, ma è pur sempre un’emozione che fa crescere. Che mette il bambino davanti alla naturalezza di avere dei limiti. Confinandolo invece in un contesto in cui questa impossibilità non si presenta mai, crescerà senza la preziosa abitudine di valutare se stesso non in base a ciò che ottiene, ma in base a ciò che fa. Un bambino autonomo sarà un adulto sicuro di sé, perché avrà sviluppato uno spiccato senso pratico e logico.

Empatia. Un bambino autonomo è un bambino che sa stare con gli altri – soprattutto i suoi coetanei – senza la presenza di adulti a sorvegliare. È quindi abituato a relazionarsi con i suoi “simili” e a condividere con loro in maniera spontanea esperienze ed emozioni. Questo è un passo fondamentale per innescare meccanismi fondamentali, quali la comprensione dell’altro, l’accettazione del confronto e dello scontro, la capacità di mettersi nei panni dell’altro e di non considerarsi il centro del mondo.

Come crescere bambini autonomi

Una ricerca del CNR ha messo in evidenza che in Italia va a scuola a piedi senza essere accompagnato il 12% dei bambini di scuola elementare, mentre il 70% viene portato in macchina. Le percentuali di autonomia calano all’8% al Nord e crescono al 30% al Sud; sono più basse quando i genitori hanno un titolo di studio più alto. Altre ricerche italiane ci dicono che solo il 50% dei ragazzi di scuola media vanno a scuola da soli.

Dati significativi, che ci mostrano quanto siamo lontani dal modello di autonomia auspicato. Ma cosa possiamo fare noi genitori, nel quotidiano, per stimolare l’indipendenza dei nostri figli?

  • Educarli all’autonomia già dalle piccole cose

Dall’abbandono del pannolino al mangiare e lavarsi da solo, per arrivare al gioco in autonomia, magari fuori casa e non necessariamente in attività strutturate: sono passi importanti per sviluppare il senso pratico del bambino.

  • Abituarli alla precisione

I bambini sono naturalmente attratti dai dettagli e dal compiere determinati atti secondo un ordine preciso, quasi fosse una formula magica segreta. Ad esempio, lavarsi i denti diventa per loro un gesto più divertente se gli si raccomanda di spazzolare bene sopra, sotto, a destra e a sinistra per un tempo non inferiore al minuto. E imparare ad agire con precisione è un ottimo esercizio per armonizzare il corpo e apprendere il controllo dei movimenti.

  • Bando al “sei troppo piccolo”

È giusto dare fiducia ai bambini fin dalla più tenera età, affidando loro compiti semplici, ma che li fanno sentire utili nel contesto familiare. Per esempio apparecchiare la tavola, innaffiare le piante, rifare il letto…

  • Osservare e intervenire solo in caso di reale pericolo

“Il maestro deve ridurre al minimo il proprio intervento. Non è un insegnante che sale in cattedra e dispensa dall’alto il suo sapere, ma deve essere un angelo custode, deve vigilare affinché il bambino non sia intralciato nella sua libera attività. Deve osservare molto e parlare poco”. (Maria Montessori)

  • Mai forzare un bambino a fare qualcosa

Dobbiamo rispettare i tempi di riposo e di contemplazione dei nostri bambini, non costringendoli a riempire per forza ogni momento della loro giornata.

  • Educare al contatto con la natura

Il contatto con la natura stimola lo sviluppo di energie fisiche e intellettive, ma è un aspetto che va coltivato: un bambino abituato a stare chiuso in casa difficilmente diventerà un adulto dinamico e amante della scoperta e dell’esplorazione.

“Aiutarli a fare da soli” significa essere i primi fan dei nostri figli, credere nelle loro capacità e possibilità: la base fondamentale affinché in futuro ci credano anche loro.